Albero della Cabala, Albero della vita

10 Febbraio 2020

Pretendere di parlare in modo approfondito dell’Albero della vita, l’Albero della Cabala, significa mettersi nei panni di un Muratore che vuole costruire un palazzo con uno schizzo parziale del progetto ideato dall’Architetto su dei fogli usurati… semplicemente è impossibile.

È vero!

Dopo la caduta del Tempio di Gerusalemme, oggi abbiamo la fortuna di poter avere tutti uno Zohar in casa però, per nostra sfortuna, non abbiamo a disposizione tutte le conoscenze necessarie per poterlo comprendere nella sua totalità.

Con molta umiltà, quindi, ci avvicineremo ai “Guardiani della soglia”, coscienti che i misteri della Daat Elyon, la Conoscenza Superiore, e della Daat Tachton, la Conoscenza Inferiore, sono per noi a volte inaccessibili.

Com’è in cielo così in terra, questo è scritto.

In ginocchio, dunque, invochiamo i due Cherubini, uno dal volto femminile e uno dal volto maschile, affinché non ci trafiggano con la loro spada fiammeggiante a doppio taglio per la nostra audacia e ci concedano il passo per poter quanto meno sbirciare all’interno dell’Arca dell’Alleanza.

Solo in questo modo l’Uomo potrà prendere coscienza nuovamente di sé stesso e del Tutto, diventando l’Adam Kadmon che tutti dovremmo essere.

È scritto, purtroppo, nel Deuteronomio (31,18):

“…poiché in quel giorno nasconderò doppiamente il Mio volto”

e questo, è lecito pensarlo accade sia in Alto sia in Basso.

Nella vita di ogni uomo, infatti, prima che questi diventi l’Adam, ci saranno sempre due cadute a condizionare la sua esistenza: a livello pratico e a livello di fede.

L’Albero della vita, nella sua magnificenza, gli sarà mostrato solo se egli si rialzerà.

L’Albero della Cabala

La “riscoperta” dell’Albero Cabalistico è relativamente recente, anche se ne troviamo traccia già nella Genesi.

albero della cabalaL’Albero Cabalistico potrebbe essere apparentemente solo un glifo, potentissimo certamente e in grado di spiegare molte più cose di quanto tu non immagini, ma in realtà, è davvero molto di più.

Quando la Kabala non era per tutti

La Cabala è stata da sempre tramandata per via orale e, in particolare, la Cabala Pratica, è sempre stata tenuta nascosta.

Era, difatti, prerogativa solo del primogenito apprendere i potenti segreti magici su come invocare e governare le Entità, ammesso, ovviamente, che di tali segreti, la famiglia d’origine ne fosse a conoscenza.

A non tutte le stirpi, infatti, era concesso il sapere.

Oggi, invece, bastano pochi click perché chi ha sete possa bere.

Se questo da una parte è più che positivo, dall’altra rende il tutto meno appetibile e molto più pericoloso.

La vera conoscenza, in quanto tale, dovrebbe essere prerogativa di chi ne è degno.

Per esserlo si dovrebbe per lo meno attraversare il fuoco purificatore.

Oggi, invece, la conoscenza può essere acquisita facilmente ma conoscere non significa sempre comprendere completamente.

L’Albero della vita non è un glifo, è il GLIFO per eccellenza e chi lo padroneggia, padroneggia sé stesso e il Tutto.

Per farlo, però, occorre essere disposti a morire.

Solo così possiamo risorgere.

Glifi e sigilli andrebbero maneggiati solo da chi li conosce davvero.

L’Albero della Cabala può essere davvero un pericolo.

Sappiamo, al pari di una favola, che caduta fecero i nostri avi senza la colonna della Compassione.

Per arrivare all’illuminazione abbiamo diverse vie.

Sta a noi scegliere quella che riteniamo più congrua.

Da sempre c’è un distinguo per la Santa Cabala in:

  • pratica;
  • dogmatica;
  • letterale;
  • non scritta.

La Cabala pratica si occupa della magia talismatica e cerimoniale.

La Cabala dogmatica, invece, celebra unicamente la letteratura cabalistica.

Con la Cabala letterale si tratta tutto ciò che riguarda lettere e numeri.

La Cabala che riguarda da vicino l’Albero della vita è quella non scritta ed è quindi quella che ci riguarda da vicino in questo momento.

La “Non scritta” è un tipo di Cabala, a differenza delle altre, che deve essere conosciuta dall’inizio alla fine.

La Kabala non scritta

Con la Cabala non scritta, tutti i simboli sono finalmente sistemati sul Glifo (Otz Chiim) in un determinato ordine composto, essenzialmente, da 32 elementi (come richiamato dal Sepher Yetzirah).

albero sacroPrendono, dunque, concretezza:

  • 10 Sephiroth;
  • 22 sentieri che collegano tra di loro i Sephiroth.

L’Albero della Vita: le premesse basilari

Nell’accezione cabalistica l’Albero della Vita va visto come un metodo non come un sistema.

Questo punto è essenziale per comprendere come questo strumento di introspezione va concretamente utilizzato.

L’uomo, in condizioni normali, non può comprendere l’essenza dell’Assoluto.

Per questo motivo, l’Albero della Cabala ha una struttura finita e definita oltre la quale, si incontrano i 3 Veli Negativi dell’Esistenza da intendersi, in buona sostanza e spiegato come lo si farebbe ad un bambino, come una linea netta oltre la quale la mente dell’Uomo si perde e nulla può essere compreso con il solo pensiero normale.

La Prima Sephirah, Kether, la Corona, l’Uno, ed è ciò che l’Uomo può sperare di comprendere ed è il punto di partenza.

Kether “prende forma” da 3 Veli di negatività:

  • AIN (Negatività);
  • AIN SOPH (Infinito);
  • AIN SOPH AURUM (Luce Infinita)

ma non è ciò che è.

Questo cosa significa?

Difficile spiegarlo in parole semplici.

Kether è frutto dell’Infinito ma non conosce il concetto di spazio, Kether è frutto della Luce ma non la luce come noi la consciamo, Kether è frutto della concentrazione Negativa dove di negativo non c’è assolutamente nulla.

La mente umana vacilla perché ha bisogno di concretezza anche nell’astrattismo e non possiamo comprendere i 3 veli sino a quando non abbiamo oltrepassato Kether o semplicemente abbiamo iniziato il nostro percorso sull’Albero della Vita.

In principio c’era l’infinito.

C’era solo un TUTTO, unico e stabile.

TUTTO si contrasse in se stesso (Tzimtzun) e produsse per effetto la formazione dei 3 elementi:

  • Spazio,
  • Tempo,
  • Energia,

diventando, quindi, definito seppur restando infinito, TUTTO si trasformò in IO, idea pensante di sé stesso.

IO, però, pur potendo essere TUTTO, fino a quando non si sarebbe manifestato, sarebbe rimasto NULLA.

Per questo motivo, IO divenne un’idea più precisa di sé stesso trasformandosi VOLUTAMENTE in IO SONO (Kether).

L’IO SONO, VOLONTÀ dell’IO, poteva essere TUTTO come poteva restare così com’era.

Fu, infatti, per AMORE che l’IO SONO decise di manifestarsi e per farlo, riversò sé stesso in una nuova Sephirah (Chokmah).

Per comprendere questo passaggio dobbiamo, per forza, fare un passo indietro.

L’IO (0, zero) senza manifestarsi era tutto/nulla.

Attraverso la Volontà si riversò nell’IO SONO, precisamente in KETHER, per iniziare il processo creativo/manifestativo.

KETHER, dunque, trasforma lo (0) (il nulla) in qualcosa di concreto (1).

L’1 però, pur potendo essere tutto, ancora non è niente.

L’IO SONO, allora, per AMORE decise di riversa la sua stessa essenza in CHOKMAH, trasformandosi da qualcosa che idealmente poteva essere in qualcosa che idealmente sarebbe di sicuro stato (da 1 a 2).

Anche in questo passaggio cabalistico nulla è lasciato a caso.

Si osservi, ad esempio, come il numero 2 è:

  • il doppio di 1;
  • il numero concreto e reale di ogni partenza.

L’1, in effetti, rappresenta l’unità, ma moltiplicato o diviso darà sempre come risultato sé stesso.

È solo quando lo raddoppiamo, ottenendo il 2, che tutto ha un vero inizio.

Ecco perché il nr. 2 è così importante, pur rappresentando ciò che dovremmo in tutti i modi cercare di superare (inteso come dualità).

Tutto cominicia…

CHOCKMAH, dunque, assorbe l’essenza di KETHER iniziando un processo di trasformazione.

Nella Seconda Sephirah, infatti, risiede la Forza, l’Energia trasformativa, la Sapienza.

Tutto ora può essere qualsiasi cosa.

Ma perché diventi c’è bisogno che prenda COSCIENZA.

Cos’è la COSCIENZA?

In particolare quant’è che parliamo di COSCIENZA PROPRIA?

Un elemento ha conoscenza quando è in grado di auto-riconoscersi in un determinato ambiente.

All’IO SONO, per manifestarsi, occorreva la struttura.

In CHOCKMAH risiedeva l’energia ma questa doveva essere riversata nella materia per potersi manifestare.

L’essere o non essere dipendeva da questo.

Così da CHOCKMAH (Forza) si arriva a BINAH (Coscienza) ma con Sapienza perché l’IO SONO sapeva ciò che stava facendo.

Dal 2 si passa quidi al 3, in un percorso di evoluzione che trasforma definitivamente l’IO (0) in un IO SONO (3), BINAH, la Grande Madre.

La Corona quindi diventa prima Saggezza e poi Comprensione rendendo possibile il “miracolo”.

Viene concepita la materia prima dell’Universo sulla quale tutto si regge e nei passaggi seguenti la vita prenderà forma.

Giovanni (1,1-5), alla luce di quanto detto, ora risuonerà in altro modo.

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.

È fondamentale comprendere che l’IO SONO è trino ed unico.

Kether, Chockmah e Binah sono un’unica cosa inscindibile.

Possiamo analizzarli singolarmente ma, come accade per tutte le Sephiroth , non possiamo comprende una Sephirah se non considerando ciò che la precede e ciò che la segue.

Il Triangolo dei Superni  è il primo mistero da cui parte la vita e va considerato per forza nel suo insieme.

Come vedi, meditando, l’Albero della Cabala può guidarci nel cammino e, qualora iniziamo con disciplina a farne una pratica costante quotidiana, può accompagnarci verso la nostra evoluzione, aiutandoci a riconquistare forme ormai perdute come la quinta dimensione.

È per questo motivo, quindi, che l’Albero Cabalistico è prima di tutto un metodo: il metodo più potente per arrivare ad essere nuovamente Uomini.

L’Albero della Cabala Alchimistica

Nel glifo dell’Albero della vita, dove per glifo si intenda un simbolo composto ordinatamente, troviamo 10 Sephiroth, ossia 10 cerchi, e 22 sentieri, ossia 22 linee che li uniscono.

Il singolo cerchio verrà chiamato d’ora innanzi Sephirah.

Ogni Sephirah è uno stato d’esistenza a sé stante, sviluppato successivamente secondo il Glifo ed esistente simultaneamente.

Questo cosa significa?

Anticamente, per far comprendere questo concetto, si tracciava un segno sull’Albero della Vita simile ad un fulmine (Tzimtzum) ed il segno attraversava, ovviamente, tutte le 10 Sĕfirōt.

albero della cabala Tzimtzum

Adesso si immagini ogni singola Sephirah come una ciotola e il segno tracciato come dei canali.

Se si inizia a versare acqua senza fine dalla prima (Kether), quando questa sarà piena, il flusso d’acqua arriverà alla seconda (Chockmah),  quando questa ultima sarà piena alla terza Binah e così via fino alla decima Malkuth.

Nel contempo, proprio perché l’acqua che siamo versando non ha fine, tutte le ciotole saranno perennemente piene e l’una dipenderà sempre dall’altra diventando attiva e passiva, prendendo e dando.

La creazione delle Sephiroth è avvenuta proprio in questo modo.

Ogni Sephirah adesso ha vita propria e, pur restando connessa alle altre per dipendenza, dopo la sua genesi, esiste indipendentemente.

I 4 mondi

Per comprendere un Sephirah occorre tenere a mente che tutte le Sephiroth hanno una natura quadruplice:

  • Atzluth;
  • Briah;
  • Yetzirah;
  • Assiah.

Il mondo Atzluth è il Mondo Archetipale. In esso si manifestano i Dieci Nomi di Dio. Ciò che è celato dietro i 3 veli dell’Esistenza Negativa si manifesta concretamente e il Grande Non Manifesto diventa 10 aspetti che trovano corrispondenza in 10 Nomi utilizzati delle scritture ebraiche per indicare la Divinità.

Il mondo Briah è il mondo degli Arcangeli. 10 potenti figure e 10 potenti nomi utilizzati nella magia rituale.

Il mondo Yetzirah è il modo degli Angeli. È un mondo plurimo e più Angeli per volta lo compongono.

Il mondo Assiah è il mondo dei Piani Eterici che compongono la materia, solitamente raffigurato come uno dei Chackra Mondani (Primum Vortici, Sfera dello Zodiaco, i 7 pianeti, gli Elementi).

Per ogni Sephirah quindi troveremo:

  • un Nome di Dio;
  • un Arcangelo;
  • più Angeli;
  • un Chackra Mondano.

I 22 Sentieri sono i collegamenti tra un Sephirah e l’altro.

Dopo la creazione dei Sĕfirōt l’evoluzione cosmica e la coscienza umana hanno creato nuovi collegamenti e oggi è possibile accedere ad ogni Sephirah attraverso qualsiasi percorso.

L’Albero della Cabala e i Sephiroth

Parlare dei Sephiroth in breve, semplicemente. non può essere fatto.

Ogni Sephirah è un discorso lungo da affrontare.

Si offre una sintesi e a compendio alcune riflessioni per aiutare ad inquadrare meglio il discorso.

Sephirah Kèter

Significato: Corona.

Nome di Dio: Eheih

Arcangelo: Metatron.

Chakra Mondano: Primi Vortici.

Raggiungimento.

Sephirah Chokhmàh

Significato: Saggezza.

Nome di Dio: Jehovah.

Arcangelo: Ratziel.

Chakra Mondano: Zodiaco.

Forza. Devozione.

Sephirah Binàh

Significato: Comprensione.

Nome di Dio: Jehovah Elohim.

Arcangelo: Tzaphkiel.

Angeli: Troni.

Chakra Mondano: Saturno.

Forma. Silenzio.

Sephirah  Chèssed

Significato: Grazia.

Nome di Dio: El.

Arcangelo: Tzakiel.

Angeli: Chasmalin.

Chakra Mondano: Giove.

Saggezza. Obbedienza.

Sephirah  Gheburàh

Significato: Severità.

Nome di Dio: Elohim Gebor.

Arcangelo: Khamael.

Angeli: Seraphim.

Chakra Mondano: Marte.

Giustizia. Coraggio ed energia.

Sephirah  Tifèret

Significato: Bellezza.

Nome di Dio: Tetragrámaton Aloha Va Daath.

Arcangelo: Raphael.

Angeli: Malachim.

Chakra Mondano: Sole.

Devozione.

Sephirah  Nèzakh

Significato: Vittoria.

Nome di Dio: Jehovah Tzabaoth.

Arcangelo: Haniel.

Angeli: Elohim.

Chakra Mondano: Venere.

Altruismo.

Sephirah  Hod

Significato: Gloria.

Nome di Dio: Elohim Tzabaoth.

Arcangelo: Michael.

Angeli: Beni Elohim.

Chakra Mondano: Mercurio.

Veridicità.

Sephirah  Yessòd

Significato: Fondamento.

Nome di Dio: Shaddai el Chai.

Arcangelo: Gabriel.

Angeli: Cherubini.

Chakra Mondano: Luna.

Indipendenza.

Sephirah  Malkhùth

Significato: Regno.

Nome di Dio: Adonai Malekn.

Arcangelo: Sandalphon.

Angeli: Ashim.

Chakra Mondano: Elementi.

Discriminazione.

Come lo spieghiamo al bambino?

Kether è l’impulso, l’intenzione.

Chockmah è la forza, l’energia per attuare questo impulso.

Binah genera la forma appena accennata, la struttura portante su cui sarà costruito.

Chesed organizza la prima forma in modo funzionale.

Geburah distrugge per migliorare.

Tifèret riorganizza.

Nèzakh, Hod,  Yesod evolvono la struttura rendendola utilizzabile.

Malkut è il regno dove si materializza e si utilizza la struttura.

Naturalmente questo è uno schema di prima comprensione.

Facciamo un esercizio?

Abbiamo detto che tutto può essere spiegato attraverso questo Glifo.

Immagina ora la nascita di un frutto su un albero.

Sei in grado di partire da Kether e arrivare a Malkut?

Struttura dell’Albero della Cabala

Esistono vari modi di dividere la struttura dell’Albero della vita per comprenderlo meglio.

albero della vita pilastriUno dei primi modi che viene insegnato è quello di dividere le 10 Sephiroth, secondo schema in triangoli.

Avremo in questo modo:

  • Il Triangolo dei Superni – Kether, Chokmah, Binah.
  • Il Triangolo Etico – Chesed, Geburah, Tiphareth
  • Il Triangolo Astrale – Netzach, Hod, Yesod che con Malkuth forma i 4 Sephiroth inferiori.

L’altro modo per affrontare il Glifo dell’Albero della Cabala è chiamato “I 3 Pilastri” o “Discesa del Potere”.

Guardando il Glifo possiamo facilmente osservare che sono presenti 3 colonne.

La prima, di essenza femminile, a sinistra, viene chiamata “Della severità” ed è composta da:

  • Binah,
  • Geburah,
  • Hod.

Quella di destra, di carattere maschile, viene chiamata “Della Grazia” ed è composta da:

  • Chokmah,
  • Chesed,
  • Netzach.

Infine quella centrale viene chiamata “Della Clemenza” ed è composta da:

  • Kether,
  • Tiphareth
  • Yesod,
  • Malkuth.

Come già osservato, se consideriamo solo la colonna “Della Severità” e la colonna “Della Grazia” senza la colonna centrale avremo l’antico Glifo dell’albero della conoscenza.

Alla colonna “Della Severità”, la Kav Smol, viene associata la lettera Mem, l’elemento Acqua e la magia Nera.

Alla colonna “Della Grazia” (anche chiamata colonna “Della Misericordia”), la Kav Yamin, invece viene associata per convenienza la lettera Shin,  l’elemento Fuoco e la magia Bianca.

Osservazioni…

Normalmente, quando pensiamo a Geburah come il Dio Marte, ritorna in mente una figura virile e maschile.

Perché allora Geburah è collocato nella colonna di sinistra?

Nulla poteva essere lasciato al caso.

Il motivo è che, in Ebraico, la desinenza “AH” ha carrate femminile e quindi la definizione è più che giusta.

Oggi in occidente siamo abituati a pensare alla “severità” come qualcosa di maschile.

Evidentemente in passato non era così.

Stessa cosa se analizziamo Chockmah.

Un elemento caratterizzante di questa Sephirah è la “Bontà”, elemento in occidente prettamente femminile, che in passato era mascolino.

La stessa cosa, poi, vale anche per la Sephirah Nèzakh, dove l’associazione mentale è giustamente Venere/Afrondite, ma la desinenza del termine è sicuramente maschile.

Le colonne o “Pilastri” sono importanti anche perché trovano un immediato utilizzo pratico nel corpo umano che diventa uno specchio rispetto al Glifo iniziale.

Così, il Pilastro della Severità diventa la parte destra del corpo, il Pilastro della Grazia la parte sinistra e il Pilastro centrale la colonna dell’equilibrio del nostro Centro.

Un pratico esercizio che veniva proposto agli iniziati di un tempo era proprio “La costruzione della colonna dorsale illuminata” in cui, tramite visualizzazioni progressive, da Kether, fuori dal corpo, facendo vibrare il suono AHIH, l’energia veniva fatta discendere e fluire fino al Chakra della Radice riflesso di Malkuth.

Interessante poi, osservare che, proprio in questi esercizi, viene impiegato spesso anche l’Undicesimo Sephirah “Daath”, situato nel Glifo dell’Albero Cabalistico Alchimistico tra Chockmah e Binah in un piano però differente.

Nella Respirazione Spirituale, il maestro Yogananda, ad esempio, accentua l’importanza del doppio respiro per la meditazione, immaginando che nell’atto dell’inspirazione, si prenda Prana non solo dal naso, ma anche da un punto preciso situato dietro la nuca simmetricamente opposto.

L’aria che immettiamo nel corpo in questo modo sarà più ricca e uno dei punti d’ingresso dell’energia vitale dell’universo, oltre al nostro naso, sarà proprio Daath, fuori dal Glifo in un altro piano, sito subito dopo Kether, la fonte da cui stiamo attingendo per caricarci.

L’albero della cabala e il corpo fisico

albero della cabala e corpo fisico

Ci sono 33 gradi della colonna vertebrale, o il tronco dell’albero, che devono arrampicarsi con il Sacro Seme dell’Alchimia e ogni “passo” o ogni “grado” porta a stati di illuminazione superiori.

L’ eroe alchemico viaggia giù nell’abisso dell’inferno per rubare il fuoco del diavolo e riportarlo in cielo; questo rappresenta le nostre battaglie con il desiderio sessuale e il ritorno del Sacro Seme dall’alto.

Ci sono 33 vertebre in totale:

  • 7 vertebre cervicali
  • 12 toraciche
  • 5 lombari

nella parte bassa della schiena, 5 vertebre fuse che formano un osso solido, il sacro (coccix) che appare come una piramide rovesciata ed è stata anche chiamata “la sede dell’immortalità”.

Nel coccige, nella parte inferiore del sacro si fondono 4 ossa.

Moltiplicando il numero di vertebre, 33 per 2 e quindi contando entrambi i lati delle vertebre della colonna vertebrale si otterrebbe il numero 66 (33 x 2 = 66).

6 è il numero per l’uomo, non a caso creato il sesto giorno.

66 sono i libri di la Bibbia consegnati all’uomo (66 + 6 = 72).

Per quanto riguarda il cranio umano, posto nella parte superiore della colonna vertebrale, si contano 22 ossa.

L’alfabeto ebraico ha 22 lettere, la 22a lettera, Tav, significa Luce.

C’è molto da dire su questo.

In cima alla scala di Giacobbe c’era Geova, la Luce del mondo.

La luce del corpo è l’occhio (mente-cervello), dice Gesù e 22 è il numero di luce.

Nosce te ipsum. (Conosci te stesso).

Daath. l’Albero della Scienza e l’Albero della Morte

Daath (la Conoscenza) è l’undicesimo Sephirah perduto.

Secondo i Rabini, il peccato originale dell’Uomo fu incontrare il suo opposto (maschile, femminile) prima di sottomettersi completamente a Dio e quindi acquisire quanto necessario prima di completarsi.

Oggi tutto è duale.

In principio, nel piano originale (nel Giardino dell’Eden) questa dualità non esisteva.

Tutto era fatto e compiuto sotto la Luce del Divino e l’Adamo originale, avrebbe potuto generare con Eva, figli della Luce se avesse seguito l’intelligenza del Divino e i principi della Cristo-Sofia.

Quando Eva colse il frutto, l’umanità iniziò ad usare il suo potere creativo assoggettandosi alle luci luceferiche ed ai nostri avi fu negato l’accesso a Daath e quindi la capacità di padroneggiare nel modo appropriato la dualità (quindi il TUTTO).

L’uomo fu quindi relegato nell’ultima Sfera Malkuth e gli fu impedito di nutrirsi dall’Albero della Vita.

A guardia dell’accesso Dio mise due Cherubini con spada a doppia lama fiammeggiante ai quali, con timore reverenziale, dobbiamo in ginocchio chiedere il permesso prima di iniziare il nostro percorso verso la riconquista di ciò che eravamo destinati ad essere.

Inoltre, proprio perché questa via sia praticata solo da chi ne è degno, ai piedi di Malkuth, la Fonte pose lo stesso Glifo dell’Albero Cabalistico ma contrario, quello dei Quiphoth, l’aspetto negativo di ogni singolo  Sephirah.

albero della morte QuiphothL’uomo che intende iniziare questo lavoro sappia che, dovrà imbattersi nei Quiphoth prima o poi.

Prima di qualsiasi cosa, per questo, si chieda il passo prima al Nome di Dio, poi all’Arcangelo e ai guardiani della soglia.

Solo così saremo protetti e potremmo iniziare il nostro lavoro illuminati dalla vera Luce.

Come lavorare con l’Albero della Cabala

Come detto, l’Albero della Vita non è un Glifo solo teorico.

Può diventare uno schema pratico per capire e comprendere davvero chi siamo e cosa siamo chiamati a diventare.

Esistono molti modi per iniziare a lavorare seriamente e sistematicamente con l’Albero della Cabala.

Prima di partire, però, si sappia che ogni lavoro con l’Albero della Vita deve essere intrapreso solo se si è coscienti dello sforzo che esso richiede.

I sentieri, come abbiamo detto, nascono relativamente dopo rispetto ai Sephiroth e possono condurre da un Sephirah all’altro.

Per iniziare il percorso ascensionale, quindi, abbiamo bisogno di attraversare il sentiero… sì ma come?

Uno dei metodi utilizzati nell’antichità era lo studio della Tarologia ed in particolare degli Arcani Maggiori.

cabala tarocchiMentre gli Arcani Minori, per congruenza, corrispondono ad ogni  singolo Sephirah, i 22 Maggiori possono essere posizionati sui vari sentieri.

È da qui che possiamo partire, con semplicità, per poter percorrere il nostro cammino secondo un preciso schema.

Ogni Arcano Maggiore può, dunque, condurci da un Sephirah all’altro.

Come procedere?

Dedichiamoci del tempo.

La premessa base è che tutto non può essere fatto in poco tempo ma occorre il tempo che ci vuole, a volte non basterà una vita intera.

Identifichiamo il Sephirah di partenza e quello di arrivo.

Invochiamo, prima di ogni cosa, per il Sephirah di partenza:

il Nome di Dio;

l’Arcangelo;

con una preghiera ringraziandoli.

Ringraziamo gli Angeli, guardiani di quella soglia.

Iniziamo a meditare su questo Sephirah.

Attraversiamo il sentiero con l’Arcano Maggiore corrispondente.

Poniamolo davanti ai nostri occhi e meditiamo sulla sua figura, sul suo significato e la sua corrispondenza rispetto al Sephirah di partenza e quello di arrivo.

Quando saremo pronti giungiamo al Sephirah seguente.

Anche qui, Invochiamo, prima di ogni cosa:

  • il Nome di Dio;
  • l’Arcangelo;

con una preghiera ringraziandoli e ringraziamo gli Angeli, guardiani di quella soglia.

Come capire che siamo pronti per andare avanti?

Ogni Sephirah ha un’energia a sè stante.

Quando saremo pregni di questa energia, allora potremmo andare oltre.

Per farlo dobbiamo essere coscienti, però, che occorre approfondire anche lo strumento.

Conoscere i tarocchi è fondamentale per questo metodo.

Abyssus abyssum invocat

Renovetur

2 Commenti

  1. Alessandroc

    Ottima esposizione.Desidero spiegazioni o testi perpratica corrente.Grazie

    Rispondi
    • Sirioalchimus

      Ciao, grazie per la con-divisione.
      Non conosco il tuo grado ma per comprendere e mettere in pratica, a volte per iniziare si deve partire dalla base.
      Hai provato ad avvicinarti per esempio al mondo dei tarocchi per comprendere come il percorso evolutivo dell’esplorazione del sè può portarci oltre?
      Come viene suggerito, sono un validissimo strumento per lavorare con il glifo ma occorre conoscerli per esplorarli al meglio e padroneggiarli.
      Visita animicamente.it per saperne di più in merito.
      Un testo molto valido per iniziare è “La cabala mistica” edizioni Astrolabio di Dion Fortune con ottimi spunti.
      Buon cammino!

      Rispondi

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